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Come sarebbe bella la mia città...

FORMIA L’Architetto Luigi Di Cola propone una riflessione sulla qualità urbanistica

Montecarlo Formia Luigi Di Cola

L'architetto Luigi Di Cola ci invia una riflessione che è anche un inno di amore alla propria città, Formia. Infatti afferma: “Come sarebbe più bella la mia città . . . se la qualità della trasformazione urbana potesse essere un atto di coscienza morale di chi la governa nel tempo. Se il PRG, il Piano dei Servizi, il Piano del Traffico, il Piano degli Approdi, l'Arredo Urbano e la messa in luce delle emergenze archeologiche, fossero gli elementi basilari su cui puntare, senza esitazioni, per dare un'immagine di pregio. Se il Centro Storico venisse considerato come uno scrigno che contiene cose preziose da mettere in mostra, assieme al mare, alla montagna e quest'ultima potesse essere risorsa di collegamento, di completamento e di assetto urbanistico. Questi infiniti modi di vivere la mia città, devono essere gli elementi base, per dare significativi impulsi di crescita a tutto campo. Solo quando Formia potrà essere un insieme omogeneo, un unicum, assieme alle periferie ed a tutto ciò che è vitale e concreto per il suo sviluppo organico e funzionale, sarà una città che non si ferma, una città che non morirà mai! Se si riuscisse a breve, a collocare elementi nuovi, di grande rilevanza strategica, urbanistica ed architettonica, tra le risorse archeologiche e naturalistiche nascoste del nostro amato territorio, potremmo dire di aver dato senso ad uno sviluppo vero ed organico, a questa città che non si dovrà mai fermare, a questa città che si dovrà muovere verso nuovi concetti di miglioramento di vita, attraverso la valorizzazione delle risorse sociali ed economiche più a dimensione umana ed urbana, sempre con più vigore che mai. Questi sono i veri impulsi vitali ed emotivi su cui puntare. Formia non dovrà dare mai le spalle al mare, ma correlazionare lo scrigno e le risorse archeologiche, attraverso le parti strategiche, i siti naturalistici e le strutture di nuova concezione; quest'ultime, dovranno avere, per emergere dalla monotonia del contesto urbano in atto, uno spiccato senso del nuovo, un carattere d'avanguardia architettonica, senza mai perdere di vista la dimensione sociale e la politica di sviluppo della città. Chi viene a Formia, dovrà rispettare ogni elemento che essa ha o rappresenta e deve aver timore di buttare anche una cicca per terra o altro. Se si dà subito buona visione a chi arriva nella città di mare: "Formia", città rigogliosa e fiorente, piena di verde, di vitalità a tutto campo, si innescheranno immediate e chiare quelle prerogative di come ci si vive. Così facendo, diventerà difficile trasgredire al concetto di pulizia, di vivibilità in tutti i periodi, che siano di festa, di manifestazioni fieristiche o altro. Formia dovrà avere, come prerogativa, per il prossimo futuro, un'immagine che leghi obiettivi di crescita, non avulsCome sarebbe bella la mia Città Luigi Di Colai da quel processo evolutivo di città, ma protesi nella sola direzione di un'ampia valorizzazione delle risorse archeologiche, naturalistiche, urbanistiche ed architettoniche che essa sa di avere. Solo se non si trascurerà o non si perderà di vista quel processo di riqualifica della città, con una politica di valorizzazione delle risorse urbane, che sono la continuità dell'immagine emblematica nel tempo ed essenza primordiale di unione tra centro, mare, monti e periferie, Formia potrà essere il luogo ideale per poter vivere in modo corretto e razionale il mare, la portualità, l'archeologia, le montagne e le periferie". Viene voglia di dire: provare per credere.