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Garigliano, parco fluviale

MINTURNO l’Architetto Luigi Di Cola presenta un suo progetto di valorizzazione


Il disegno interessa anche Castelforte e la riva campana

Fiume Garigliano Luigi Di Cola


Il libero professionista Luigi Di Cola ancora una volta ci offre un suo contributo. Questa volta sul fiume Garigliano e il Parco Fluviale, di cui da tempo si parla. L'architetto Di Cola afferma: "Le civiltà aurunche, avevano come via preferenziale, per spostarsi da una città all'altra il corso del fiume Garigliano. Utilizzavano il corso d'acqua sia per gli scambi commerciali, sia per trarre sostentamento con la pesca e sia per l’irrigazione dei campi. I romani, colonizzando poi le città della pentapoli aurunca, sono arrivati navigando il fiume, alle sorgenti termali di Suio, poste alle pendici del massiccio vulcanico di Roccamonfina. Qui, hanno edificato un centro termale di grosso pregio terapeutico. I resti architettonici del complesso termale sono ancora visibili. Lungo lo snodarsi sinuoso del corso l'acqua, hanno edificato suntuose ville rurali, dando così un forte impulso alla navigabilità del Garigliano". E ancora: «Intorno all'anno mille, i saraceni hanno percorso la via fluviale del Garigliano per depredare, devastare tutto ciò che era vita attiva nella piana e nell'immediato hinterland. I paesi arroccati su siti collinari, con cinte murarie, torrioncelli di difesa e tracce emergenti di rocche fortificate, sono un chiaro segno dello spostamento di popolazioni che stanziavano nella piana del Garigliano, in cerca di protezione e di luoghi più sicuri, per fuggire dalle scorribande barbariche e saracene. La vita delle comunità della sponda destra e di quella sinistra del fiume Garigliano è stato un susseguirsi continuo di eventi. Le testimonianze che fanno risalire a tempi storici precisi, sono sparse un poco ovunque, sia in pianura, sia in collina. Tacce italiche: mura megalitiche a "Castellucio"; di vita saracena: nelle sagome facciali di uomini o donne dell'hinterland della piana; di edificabilità rurale romana: ai "Vignali" e alle "Grotte"; di porti fluviali, di bonifica dei terreni, con cocci o terraglie: lungo tutto il corso del fiume; di città romane in prossimità di quelle italiche della pentapoli aurunca: Suessa, Sinuessa, Ausona, Vescia e Minturnae; di centri fortificati medioevali: Suio alto, Castelforte, Minturno, Le toraglie, di viabilità primaria e secondaria, approdi, ponti e scafe: lungo tutto il corso del Garigliano e la piana». Un patrimonio storico-culturale di tale pregio che, secondo Di Cola, è impensabile non abbinarvi «un rispondente e qualificante assetto urbanistico». Tutto ciò premesso Luigi Di Cola presenta il suo piano. «Ad un progetto di Parco Fluviale – spiega –  con piccoli approdi interni per barche a remi e/o ad energie non inquinanti, collegando, con percorribilità pedonale, tutte le emergenze e i valori di suolo sparsi lungo le 'sinuose" e "verdi" acque del Garigliano, tanto osannate da Orazio». Secondo Di Cola «tutto questo è un atto dovuto, anche in virtù di un ritorno economico tangibile. Valorizzare il corso fluviale del Garigliano è stato sempre il filo conduttore di tutti i miei studi urbanistici, di restauro e architettonici del mio corso di laurea. I punti di partenza di tutte le mie analisi progettuali a livello universitario, sono stati: i valori storici, sociali e agricoli, della Piana del Garigliano. Le scelte di piano poi, hanno contribuito alla mia tesi di laurea, mirando principalmente all'utilizzo di suolo, con interventi mirati e specifici, dettati da un'analisi puntuale delle risorse intrinseche e gravitazionali degli ambiti limitrofi. Partendo, quindi, dalla navigabilità del fiume Garigliano, l'architetto sostiene: «Ho pensato e continuo a pensare alla valorizzare di tutta la piana del Garigliano, con un utilizzo di suolo a Parco Fluviale, con annessione: della città aurunca e romana di Minturnae e approdo; delle ville romane sparse lungo le rive del fiume; dei porti fluviali interni: Porto d'Arzino e PortogParco Fluviale Garigliano Luigi Di Colaaleo; di "Catelluccio' megalitico; dei centri medioevali di Minturno, Suio Alto, Castelforte e Le toraglie; dei vari collegamenti viari, basolati ancora emergenti; delle terme romane e moderne di Suio,  individuando nel contesto termale una portualità fluviale di servizio e di collegamento con le città di mare del Golfo di Gaeta. Ed inoltre prevedere, sia su territorio laziale, sia su territorio campano, un potenziale miglioramento della viabilità di collegamento, avvicinando la piana all'asse autostradale A1, sino a San Vittore». Un progetto ambizioso, che fa del recupero storico un volano per l'economia, senza trascurare alcun settore potenzialmente produttivo. Ad esempio, conclude Di Cola, «individuando la localizzazione per la realizzazione di un centro per l'assistenza tecnica agli agricoltori, con annessa scuola agraria e qualifica di personale specializzato alla sorveglianza dei parchi. Anche per un sostanziale miglioramento ed incremento di un'agricoltura intensiva e per la vivibilità delle nostre aree protette, punti vitali di un immediato futuro all'economia dl Lazio Meridionale".  Basta che amministratori e istituzioni decidano di dedicare tempo, attenzione ed energie al tema.